NAPOLI SFORTUNATO, LA JUVE PUNISCE GLI AZZURRI

Gli azzurri non giocano male contro i bianconeri, ma la squadra di Allegri mostra concretezza e li punisce nelle occasioni nitide. Decisioni discutibili di Tagliavento. Partenopei non più terzi

NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Britos; Gargano (83’ Duvan Zapata), David Lopez; De Guzman, Hamsik (60’ Mertens), Callejon (73’ Gabbiadini); Higuain (Colombo, Andujar, Strinic, Henrique, Jorginho, Mesto, Radosevic, Inler). All. Benitez.
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Caceres (80’ Ogbonna), Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba (73’ Lichtsteiner); Vidal; Tevez, Llorente (75’ Morata) (Storari, Rubinho, Ogbonna, Pepe, Coman, Giovinco, Padoin, Vitale, Pereyra, Mattiello). All. Allegri.
Arbitro: Tagliavento (Terni)
Guardalinee: Di Liberatore (Teramo) – Passeri (Gubbio)
Arbitri addizionali: Damato (Barletta) – Calvarese (Teramo)
IV uomo: Costanzo (Orvieto)
Marcatori: 29’ Pogba (J), 64’ Britos (N), 69’ Caceres (J), 95’ Vidal (J).

Ammoniti: 39’ Tevez (J), 61’ Caceres (J), 68’ Britos (N), 85’ De Guzman (N), 91’ Albiol (N), 93’ Duvan Zapata (N)
Recupero: 0’ pt, 6’ st.

Angoli: 9-2 per il Napoli

Note: Espulso il direttore sportivo del Napoli Riccardo Bigon al 74’.

Doveva essere la serata della festa, specie nel toccante ricordo di Pino Daniele, omaggiato nel pregara e durante l’intervallo. E invece dopo 15 anni di digiuno il Napoli deve cedere il passo alla Juventus, battuto in maniera balorda e con un punteggio che premia eccessivamente la concretezza della Juventus e la sua maggior qualità a centrocampo. Inutile negare che sul match abbiano un loro peso gli errori partoriti dal signor Tagliavento e dai suoi collaboratori (dopo li vedremo), grandi come una casa e penalizzanti nei confronti dei padroni di casa. Recriminazioni a parte, occorre riconoscere che gli azzurri, per quanto non biasimabili nella loro prestazione, sono venuti meno lì dove invece i bianconeri hanno mostrato più qualità e quadratura. E hanno trovato pronti i loro uomini, laddove invece Hamsik è tornato sulla terra dopo l’ennesima, illusoria resurrezione. E molti altri hanno mancato l’appuntamento con la gloria, forse convinti di ripetere l’impresa di Doha, o forse meno affamati dei loro dirimpettai juventini. Nulla è perduto in chiave europea; resteranno tuttavia molte ferite da leccare.

LA JUVE HA POGBA, IL NAPOLI HAMSIK … – Don Rafé non sposta di una virgola la formazione di Cesena. O quasi, visto che in difesa rientra Koulibaly in luogo di Britos. Almeno all’inizio Strinic e Gabbiadini sono in panca, sulla trequarti ancora out Mertens, al suo posto De Guzman. Sul fronte bianconero Allegri deve rinunciare all’ultimo minuto a Lichtsteiner, relegandolo tra le riserve e sostituendolo con Caceres. Per il resto è l’Undici già annunciato, con Evra esterno sinistro, la coppia centrale Chiellini-Bonucci, Pirlo regista spalleggiato da Marchisio e Pogba. Alle spalle del tandem Llorente-Tevez il solito Vidal. Prepartita commovente, con Napul’è che diventa inno azzurro a tutti gli effetti. Ma l’atmosfera carica non fa da presagio a un inizio scoppiettante. Signora e Ciuccio quasi si annullano a vicenda, con i ragazzi di Allegri che cercano di fare gioco tramite i loro mediani e sfruttando i movimenti delle punte. Quelli di Benitez magari peccano nel concedersi qualche finezza di troppo e in mezzo al campo faticano senza regista di ruolo, eppure si chiudono con attenzione. E quando possono, danno fastidio. Ad esempio al 19’ allorquando Hamsik scende in progressione e scambia con Higuain, Chiellini intercetta male e sul rimpallo De Guzman, solo dinanzi a Buffon, fallisce il penalty in movimento sparando alto. I bianconeri scendono a vuoto, e non pungono almeno finché i partenopei non concedono loro spazi. Quando però questi ultimi si distraggono un attimino, arriva puntuale la doccia fredda, al 29’. Llorente e Tevez si fanno intercettare da Albiol e Koulibaly, però sul rimbalzo fuori area tutti si dimenticano di Pogba: il transalpino si coordina e ne viene fuori un siluro a giro che Rafael sfiora appena prima di vederlo infilarsi in rete. Porta bene il Napoli al giovine francese, al suo terzo centro in carriera contro gli azzurri. La marcatura, quasi inaspettata, mette le ali ai piedi a Madama, la quale sfrutta il vantaggio non solo del punteggio, ma anche psicologico, per imporre la sua forza intrinseca a centrocampo. Gestiscono palla con calma gli juventini, trovando corridoi sulle fasce ampiamente percorsi da Evra ma soprattutto da Caceres. L’uruguagio ha via libera, poiché il suo connazionale Britos non è un fenomeno in quanto a sprint e De Guzman non è in serata, nemmeno in fase offensiva. In tal senso non brillano moltissimo neppure gli altri. In primis Hamsik, che dopo un avvio promettente si spegne nelle sue amnesie e in trotti inutili: nessun brio né lucidità per la manovra. Ne consegue che Callejon e Higuain si sacrificano come pazzi: lo spagnolo fa il pendolare tra Rafael e Buffon, il Pipita tiene fede al suo ruolo di ‘falso nueve’ e si becca spesso con Bonucci e Chiellini. In particolare quando, sul finire del tempo, l’ex viola rotola a terra dopo un contatto con l’argentino: Tagliavento abbocca e fischia a favore del bianconero. Il tutto poco prima che al 43’ Tevez pesca Caceres con una bella apertura di compasso: l’esterno elude De Guzman e Britos e conclude a rete, ma Rafael ci mette le manone ed evita lo 0-2. In precedenza l’arbitro umbro aveva già scontentato un po’ tutti, specialmente Hamsik non avendo ammonito Pirlo per una sgambettata allo slovacco. Scontenta tutti anche il Napoli. Il gioiello di Pogba ha sconvolto i piani, certo, ma i chicos di Benitez ci hanno messo un po’ del loro per agevolare il compito ai loro avversari. E ciò nonostante un’invidiabile condizione fisica.

NON BASTA L’IMPEGNO: E’ TAGLIAVENTO-SHOW – E niente sembra mutare a inizio ripresa, anche se il Napoli rompe timidamente gli indugi con una ripartenza orchestrata da Hamsik e conclusa da Callejon con botta a colpo sicuro che trova la punta di Chiellini in corner (48’). La Juve attende sorniona e dopo un po’ (54’) agisce di rimessa: angolo di Vidal e Chiellini ci mette il capoccione, ma gli va male sia perché la palla finisce fuori sia perché si scontra con Evra. Sangue dalla testa, necessario il turbante per lui, eppure resta in campo. Non vi rimane invece Hamsik, mandato in panchina da Benitez al posto di Mertens. Gli azzurri insistono, persino Britos imbrocca una torre di testa su lancio di David Lopez, peccato che nessuno raccolga l’invito (61’). E nessuno sfrutta la punizione arcuata di De Guzman (62’). Ma il goal è dietro l’angolo: angolo di Mertens e proprio Britos, lasciato solo, sbuca da dietro e di piattone destro la piazza all’angolo basso di Buffon (64’). Il goal, meritato per gli sforzi profusi dai partenopei, potrebbe cambiare gli esiti del match. Invece passano sette minuti e, su free kick ben calciato da Pirlo, le belle statuine si scordano di Caceres, lesto a colpire di destro e freddare un immobile Rafael. Ma sulla stoccata del terzino pesa un’offside netto, al momento della parabola prodotta dal piede dell’ex regista rossonero. Torti a parte, sa di amaro il goal bianconero, specie alla luce del fatto che Madama sembrava stesse sotto mostrando quei cali visti spesso nelle ultime esibizioni. I partenopei non vogliono perdere e si rigettano in avanti, corroborati peraltro dall’esordio di Gabbiadini che rileva Callejon, oltreché dall’ingresso in campo di Zapata in luogo di Gargano. Lo show di Tagliavento si è già prodotto, con la gradita assistenza dei suoi assistenti. E tocca l’acme quando al 74’ vede una presunta carica di Koulibaly a Buffon, a cui segue un’autorete proprio di Caceres: own goal annullato e proteste e animi accesi. Ne fa le spese Bigon, mandato anzitempo in tribuna. Il tempo scorre e la beffa si avvicina: il Ciuccio si butta all’attacco (e l’ex doriano non è pago di lasciare il segno) con la forza della disperazione, la Signora si chiude ermeticamente e replica di ripartenze e contropiedi. Ma altre decisioni alquanto discutibili del direttore di gara innervosiscono gli azzurri. Non è affatto discutibile, purtroppo per Zapata, la simulazione della quale si macchia il colombiano quando al 92’ , lanciato da Mertens, s’invola e a tu per tu con Buffon si butta a terra, nel vano tentativo di procurarsi un rigore. Due minuti dopo, in effetti, l’occasionaccia capita sul piede di un Higuain fin lì dormiente. Il Pipita si libera dinanzi al portiere con una combo di rimpalli, ma viene frenato all’ultimo istante da Chiellini. Il tempo di mettere la testa dall’altra parte e Morata, tra una difesa napoletana scoperta e sorpresa, confezione per Vidal il match ball: bordata del cileno, nulla da fare per Rafael. La beffa è compiuta. Beffa sì perché, sconfitta a parte, il Napoli non ha giocato malissimo. Aver giocato ad armi pari senza soffrire eccessivamente l’organizzazione della squadra di Allegri, ad ogni modo, non basta. La differenza tecnica è purtroppo emersa nei fatti-chiave, e spiega la lontananza anni-luce della squadra di Benitez dai Campioni d’Italia. E ora c’è da sperare che questa brutta botta non demoralizzi un gruppo che pareva rinato dopo Doha.

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