LA PORTA E’ APERTA…

Come risvegliarsi bruscamente da un sogno di primo mattino. Il Napoli è lì, ha la Champions in tasca e la possibilità di entrarci dalla porta principale, senza il grosso rischio dei play off. Esultare per il risultato ottenuto ci può stare, ma è obbligatorio riflettere e andarci con i piedi di piombo: il quarto posto, per l'ultima volta visto che per almeno due anni l'Italia garantirà solo tre posto alla prima competizione europea con due accessi diretta e una terza ai play off, porta la musichetta tanto attesa al San Paolo, ma anche la consapevolezza di dover affrontare uno spareggio infuocato dato il Ranking Uefa che non vede il Napoli tra le grandissime e quindi con il rischio di ritrovarsi subito una big  e le correlate difficoltà di qualificazione. Il rischio può essere evitato, anzi, va evitato e basta solo un punto per ritrovarsi già nella fase a gironi e l'entusiasmo di giocare almeno sei gare nette con i relativi incassi. Ma nelle ultime settimane, il Napoli ha creato da solo ulteriori difficoltà nel raggiungimento dell'obiettivo storico e di vitale importanza per i lungimiranti progetti futuri, da sommare con il conseguente rallentamento psico-fisico di un gruppo spremuto fino all'osso. La vicenda Mazzarri VS De Laurentiis rischia di far saltare il banco portando la squadra a fare la fine dei polli: dal sogno Scudetto al quarto posto.

La difesa. Tutto dovrebbe chiarirsi al termine della stagione. Il tecnico dirà la sua verità e metterà sul tavolo un certo tipo di richieste per il bene proprio e del Napoli: principalmente si parlerà del fattore riguardanti ingaggi e diritti d'immagine che, secondo il tecnico, ostacolano la società nel trattare e raggiungere determinati calciatori capaci di portare il classico salto di qualità; totale controllo del mercato sia in entrata che in uscita, più poteri, quindi, nella scelta dei calciatori tenendo conto delle esigenze societarie in piena linea con il fair play finanziario; autonomia nella scelta dei collaboratori e gestione dei contratti; una rosa fatta di 22 elementi, massimo 23, di piena qualità da poter intercambiare a dovere tenendo alto il filo del turn over senza portare allo stremo uomini chiave e di importanza superiore; maggiore equità nella ripartizione dei vari bonus evitando musi lunghi e crepe nello spogliatoio; rivisitazione del contratto in essere avendo raggiunto un obiettivo ben più alto rispetto a quello prefissato. Queste dovrebbero essere le principali richieste del tecnico per prolungare la sua permanenza a Napoli. Richieste condivisibili perchè in questo modo si riuscirebbe a limare il gap con le potenze del calcio italiano ed evitare brutte figure contro il top del calcio europeo.

L'accusa. Discorso diverso, invece, da parte della società. Aurelio De Laurentiis, da quando prelevò il Napoli dalle ceneri della società fallita, ha messo in chiaro due punti fondamentali della sua gestione: mai più fallimenti e guerra aperta a procuratori e speculatori a discapito della tifoseria partenopea. Data la schiettezza, talvolta fin troppo esplicita del patron, si può dubitare dell'omissione di questi due punti in fare di prima trattativa, pertanto il tecnico dovrebbe esserne a conoscenza e accettato con la firma sul progetto Napoli. Il presidente ha già chiarito la posizione del club per il mercato: arriveranno calciatori di qualità ed esperienza per la Champions ma senza mettere a rischio un bilancio florido e invidiabile recuperato dopo i vari sfracelli delle gestioni passate; oltretutto, uno dei punti su cui la società ha battuto a dover dopo la cacciata di Marino fu la propria volontà di decentralizzare il potere decisionale affidandosi ad una rete di osservatori e ad uno staff capace ed esperto, ciò porta a bocciare la richiesta del tecnico nel riconoscersi un po alla Ferguson; rispetto dei contratti firmati e la consapevolezza che un qualsiasi premio ulteriore arrivi totalmente per volere della società e non per le minacce di trasferimento o per qualsiasi altro motivo. Certo è che il Napoli sembra essere anche stufo del tran tran architettato da Mazzarri e non ha intenzione di farsi incatenare mettendo sul tavolo alcune piccole rivendicazioni. In primo luogo, il contratto del tecnico rinnovato la scorsa stagione fino al 2013, un anno in più rispetto alla richiesta del tecnico, e un piccolo incentivo d'ingaggio fino a 2 milioni; la richiesta di calciatori da parte del tecnico non in linea con l'idea della società come l'arrivo di Cristiano Lucarelli, un piccolo premio per il tecnico nonostante lo stesso presidente lo avesse scartato in sede di mercato; le piazzate richieste del tecnico nel mercato di Gennaio con Mazzarri che chiedeva un esterno di difesa mancino, bravo nella marcatura e nell'impostazione in modo da velocizzare la manovra, e la società ha prelevato Ruiz in piena linea sia con le richieste societarie (ingaggio accettabile per i parametri, giovane e senza particolari richieste aggiuntive) che con la pretese del tecnico per poi vederlo spesso e volentieri in panca. Certo, il periodo di ambientamento per un calciatore straniero che non conosce la lingua e che giocava in maniera diversa ci può stare, ma nel mese di Maggio ci si ritrova ancora in campo Aronica.

A questo punto, però, bisogna mettere in chiaro un particolare prima di calarci nella parte dei giustizieri: il progetto Napoli non dipende da Mazzarri. Morto un Papa, se ne fa un altro quindi anche un possibile addio non andrebbe ad intaccare il futuro della società. Dopo questa precisazione ne facciamo un'altra, ben più esplicita: Mazzarri dovrebbe mettere in chiaro solo ed esclusivamente la sua fiducia verso il progetto perchè con questa allora non ci sarebbe motivo per chiedere rassicurazioni o promesse, in caso contrario allora si dovrebbe passare ad un contrattacco deciso perchè la vicenda rischia di diventare fin troppo deleteria e pesante. Urge una presa di posizione anche da parte della società, netta e decisa, scomoda ma definitiva e soprattutto a difesa della tifoseria, chiaramente frustrata da personaggi che individuano Napoli come punto di lancio per le proprie ambizioni e non come punto d'arrivo per una carriera ricca di soddisfazione.

I vari avvoltoi. Meglio non trascendere e lasciare che tanti personaggi sguazzino nella loro stessa superbia. C'è da dire, per onor di critica, che troppe persone giocano con il momento attuale della società incolpando uno o l'altro solo per interessi personali, specialmente chi si accolla indebitamente di determinate gioie per poi ritrovarsi licenziati e disoccupati. Visto che sanno tutto di tutti, potrebbero spiegarci perchè sono rimasti senza squadra dopo il licenziamento? Se sono davvero tanto bravi, perchè girano per le varie trasmissioni sportive nonostante i vari cambiamenti delle società di serie A e Serie B? Mistero? No, non è proprio un mistero…

La squadra. Sulla questione dei vari premi Champions possiamo solo condividere la loro perplessità e fondamentalmente, un corpulento bonus lo meritano anche, ma da qui a chiedere rinnovo plurimilionari chiamando in causa varie offerte pervenute allora si va oltre le righe. Anche per loro, in questo caso, il discorso è simile a quello del tecnico: chi crede nel progetto e ama la gente partenopea, ben venga, altrimenti…la porta è aperta, arrivederci e grazie!

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