DODICI (E PIU’) UOMINI IN CAMPO

Contro l'Albinoleffe, ci si attendeva che il Napoli si facesse perdonare la sconfitta dell’andata, e puntualmente è arrivata la conferma. Ma quanto soffrire, prima che l’arbitro sancisse con il triplice fischio la fine della partita che, per i malati di cuore, era assolutamente da evitare. Probabilmente il tecnico Reja  gode di ottima salute, ed è dotato di grande ottimismo. Sa che ha a disposizione diversi bonus, una quantità imprecisata di ticket, che se spesi senza criterio potrebbero terminare da un momento all’altro.  La “Dea Fortuna” potrebbe voltargli le spalle, una volta che lui avrà esaurito la riserva, poichè lui li sciupa in un periodo in cui non hanno un grosso valore, senza conservarli per le occasioni speciali, cioè nei momenti più difficili.

A che serviva infatti conservare forze fresche, per presentarle nella prossima partita a Mantova, quando si sarebbe potuto compromettere il risultato in questa gara?Sapendo che gli ospiti di turno erano ostici, testardi e incisivi, guidati da un ex, quel Mondonico, privo di fortuna, e perdente, nel suo breve soggiorno napoletano, alla guida degli azzurri, e per questo col dente avvelenato e voglioso di rivincita, seppure stia allenando giocatori pressochè sconosciuti. Il "Mondo" ha poi specificato nelle interviste finali che il Napoli non ha vinto grazie ai valori mostrati in campo, bensì grazie ai tifosi, il 12°, 13°, 14° uomo in campo e oltre, che hano spinto la squadra fino all'ultimo minuto impedendo a quel benedetto pallone di entrare in quella benedetta porta. E come dargli torto? Il Napoli ha giocato come sempre, tirando la corda fino al minuto 92, aspettando un fischio finale che non arrivava mai, e rischiando più volte il tracollo. Ma come può un allenatore che ha assistito in pomeriggio al trionfo della diretta concorrente rischiare di compromettere il cammino della propria squadra utilizzando un discutibile turnover?

E grazie al Pampa Sosa, lo sbloccarisultato per eccellenza, che ancora una volta ha messo il timbro su una partita che stentava a decollare; l'argentino è stato ancora una volta determinante, e ha salutato con un bel gesto l'unico vero numero 10 del Napoli, l'altro argentino attualmente in grande difficoltà. Grazie ancora a San Gennaro Iezzo, autore di grandi miracoli, e grazie per stavolta anche alla giacchetta nera, che ha evitato di fischiare un rigore che avrebbe stroncato i poveri azzurri che tanto avevano faticato per tenere fermo il risultato. In difesa, solo i centrali titolari sono scesi in campo, mentre Grava e Savini sono rimasti a riposo, facendo giocare Garics e Rullo. I due rincalzi non hanno demeritato, si sono limitati alla normale amministrazione non avendo i 90 minuti nelle gambe, e fortunatamente il loro innesto non ha comportato danni al risultato finale partenopeo, così come quelli di Pià, Dalla Bona e Montervino, giocatori che non stanno trovando molto spazio.Ma, comunque sia andata, è andata. Questi tre punti sono preziosi, in una partita che il Napoli non poteva sbagliare. Nel malaugurato caso di un risultato diverso, il Grifone sarebbe stato incoraggiato a dare ancora il massimo, mentre i nostri sarebbero stati fortemente demoralizzati, vedendosi superati, e sarebbe stata poi veramente dura recuperare il terreno perduto.  Morale della storia, in campo ci è andato un Napoli al risparmio, con una formazione che definire inedita sarebbe riduttivo. Sembrava inventata dal tecnico, come a voler sfidare chiunque a metterlo in difficoltà in qualsiasi situazione. Ma non mi sembra il caso di rischiare l’osso del collo, in casa, e con una platea di oltre 50 mila spettatori.

Sarebbe bello che il tecnico si ravvedesse, e non ragionasse sempre secondo il motto: “Finchè la barca vam lasciala andare”. Questa barca potrebbe arenarsi da un momento all’altro, lasciando a secco squadra e tifosi. Ovviamente, facciamo sempre i dovuti scongiuri, e gridiamo sempre e comunque Forza Napoli.

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